Capire quando un packaging è sostenibile è essenziale se vuoi mantenere un comportamento corretto e rispettoso dell’ambiente. La scelta del packaging diventa ancora più importante se gestisci un’attività che ne fa un uso quotidiano.

I packaging sostenibili sono una soluzione per l’imballaggio pensata in modo da avere il minor impatto ambientale possibile, mantenendo comunque al top le sue funzioni originali.

Le indicazioni ISO 14021 definiscono riciclabile un imballaggio quando può essere separato dai rifiuti indifferenziati.
Per non incorrere in errore dobbiamo conoscere:

•    principali materiali utilizzati nel packaging sostenibile;
•    tipologie di imballaggio.

Oggigiorno, infatti, il packaging è un elemento fondamentale per l'economia delle aziende e per le politiche di sostenibilità e di eco-funzionalità ambientale.

Quali sono i principali materiali utilizzati nel packaging sostenibile

Ci sembra utile fare chiarezza su quali siano i principali materiali utilizzati nel packaging sostenibile. Sempre più aziende, infatti, richiedono imballaggi ecologici per i loro prodotti, nel rispetto di una politica ambientale più attenta allo smaltimento dei rifiuti e alla qualità della vita.
In linea di massima possiamo affermare che i materiali più utilizzati nei packaging sostenibili sono:


•    carta riciclata;
•    cartone riciclato;
•    bioplastiche;
•    Mater-Bi;
•    polpa di cellulosa;
•    alghe;
•    pet riciclato;
•    scarti di avena.


Risulta chiaro, quindi, che per avere un imballaggio green, basta dotarsi di packaging composti al 100% di materiali riciclati o riciclabili.

Senza dubbio il materiale più usato nella realizzazione del packaging è il cartone, che rappresenta una soluzione semplice, conveniente e durevole.

Il mater-Bi è composto di materiali vegetali, quindi è altamente biodegradabile, compostabile e consente di gestire il rifiuto in modo da ridurre al minimo l'impatto con l'ambiente.

La polpa di cellulosa è anch'essa composta da fibre vegetali di scarto e compostabile al 100%. Viene adoperata soprattutto per produrre packaging per catering sostenibile.

Le bioplastiche sono materiali costituiti in tutto o in parte da risorse rinnovabili e da biomasse. Fra le materie prime più usate per produrre bioplastiche c'è la canna da zucchero e l'amido di mais.

Il pet è un ottimo sostituto per tutti gli imballaggi che ancora prevedono l'utilizzo di plastiche, come i packaging farmaceutici. Essendo riciclabile al 100%, il suo corretto utilizzo risulta comunque ecosostenibile.

Ad ogni modo, il mercato si sta muovendo per ottenere packaging ecologici, funzionali, con design sostenibile e gradevole.


Quali sono le tipologie di imballaggio

Per stabilire quali sono le tipologie di imballaggio si deve in prima istanza tener conto di una serie di problematiche di primaria importanza che riguardano soprattutto il settore industriale.

Un imballaggio per essere definito tale deve:

•    garantire la massima protezione della merce;
•    poter evitare eventuali furti;
•    saper mantenere un giusto equilibrio tra prestazione e costo;
•    essere costituito di materiali riciclabili.

Esiste una normativa che stabilisce con precisione quando si può parlare di imballaggio a termini di Legge, precisamente l’ex decreto legislativo 22/97, oggi articolo 218 del decreto legislativo 3 aprile 2006, numero 152, attestante le norme in materia ambientale.
In questa norma, sostanzialmente, si definisce “imballaggio” qualsiasi prodotto atto a contenere e proteggere le merci e consentirne la consegna dal produttore al consumatore.

Sempre in questo decreto viene stabilita una classificazione degli imballaggi.
In Italia essi sono distinti in tre tipi:

•    imballo primario;
•    imballo secondario;
•    imballo terziario.

In breve, la prima tipologia di imballaggio serve a contenere il prodotto, come ad esempio fanno le bottiglie con l’acqua.
La seconda tipologia di imballaggio viene utilizzata per la vendita, il cui scopo, quindi, è soprattutto quello di attirare l’attenzione del potenziale compratore.
La terza tipologia, invece, serve per il trasporto e ha il compito di facilitare la manipolazione del prodotto e di proteggerlo.

Che tipi di imballaggi esistono nel settore food

Vediamo ora quali tipi di imballaggi esistono nel settore food.

Innanzitutto, occorre precisare che i packaging utilizzati per gli alimenti vengono in contatto con l’alimento stesso. Essi hanno, quindi, il compito di tutelarlo da eventuali:

•    alterazioni;
•    contaminazioni;
•    adulterazioni.

Il packaging alimentare deve essere pensato, infatti, soprattutto come una protezione del cibo. Non si tratta di semplici contenitori, quindi, ma di imballaggi particolari con l’obbligo di presentare alcune caratteristiche che li rendono sicuri ai fini alimentari.

Le autorità sanitarie, infatti, obbligano i produttori di packaging alimentare a realizzarli in modo che possano mostrare nella confezione anche informazioni utili alla sicurezza del consumatore, come:

•    data di scadenza del prodotto;
•    numero di lotto;
•    data di produzione;
•    proprietà nutrizionali.

Dal momento che gli imballaggi alimentari devono accompagnare la merce dalla sua produzione fino alla consegna al consumatore, è chiaro che questi tipi di packaging devono essere adatti anche al trasporto e alla movimentazione.

I materiali più utilizzati per realizzarli sono:

•    vetro;
•    tetra pak;
•    cartone;
•    legno;
•    metallo.

Chiaramente se vuoi mantenere un comportamento ecosostenibile ed evitare, se sei un lavoratore del settore, di incorrere in sanzioni, devi scegliere imballaggi alimentari sostenibili.
Oggi, comunque, il mercato ne offre una gamma vastissima, anche di design molto accattivanti.

Quanto costa un packaging sostenibile

Stabilito che affidarsi ad un imballaggio green è una scelta essenziale per la tua azienda, per la tua famiglia e per l’ambiente, vediamo ora quanto costa un packaging sostenibile.

Dal primo gennaio del 2018 è stato stabilito un contributo ambientale per gli imballaggi secondo la seguente tabella:

•    fascia A, imballaggi riciclabili da aziende, €179,00/t;
•    fascia B, packaging riciclati da uso domestico, €208,00/t.

Come appare chiaro, il contributo è stanziato solo per i packaging riciclabili. Si tratta comunque di una soluzione che costituisce un prezioso aiuto al fine di garantire un equilibrato passaggio a un sistema di imballaggio del tutto compostabile e quindi a un impatto ambientale il più possibile ridotto.

Chiaramente, se sei un imprenditore del settore, e vuoi adeguarti alle nuove linee guida sulla sostenibilità, devi riconsiderare la tua ottica aziendale con l’obiettivo di adottare uno sviluppo bioeconomico fondato su soluzioni sostenibili e rinnovabili.

Qualunque sia il tuo settore, è evidente che il packaging ha un peso determinante sulle spese.
Un imballaggio sostenibile, però, può essere, oltre che una scelta etica responsabile, anche una mossa vincente a livello di marketing e trasformarsi in un risparmio effettivo per l'azienda.

Infatti, se è vero che i materiali ecosostenibili risultano più cari al momento dell'acquisto, sulla lunga distanza si rivelano economicamente vantaggiosi.
Un esempio di questa caratteristica è dato dal fatto che le confezioni con packaging ecologico sono più leggere e quindi comportano costi inferiori nel trasporto.

Infine, anche da un punto di vista logistico, avrai dei benefici.
I ridotti volumi nelle spedizioni e nella gestione dei resi, con la possibilità di riciclare il materiale stesso convertendolo in un nuovo packaging, ti aiuta a ridurre i rifiuti e quindi le spese di gestione dello smaltimento degli stessi.

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