Saper stabilire quando un prodotto è compostabile oggi è assolutamente necessario. Ci mette nella condizione di poter adottare tutte le strategie adeguate a diminuire l’inquinamento ambientale.
Vediamo, dunque, nello specifico, quali caratteristiche devono avere i prodotti per essere definiti compostabili.

Essi devono:
•    degradarsi in meno di tre mesi;
•    trasformarsi in compost (concime), una volta venuti in contatto con il terreno;
•    rispettare le normative europee in materia.

Un ulteriore aspetto indispensabile a un prodotto compostabile è l’assenza di metalli pesanti. Queste sostanze, infatti, possono avere influenze negative sulla qualità del compost. Significa che i materiali compostabili non devono mai rilasciare sostanze dannose per l’ecosistema.

È bene  sapere che tutti i materiali compostabili sono biodegradabili, mentre non sempre è vero il contrario. Alcuni materiali biodegradabili, infatti, non sono compostabili al 100%, proprio per la presenza fra le materie prime che li compongono, di sostanze chimiche che possono ristagnare nell’ambiente per periodi più lunghi.

Che cos'è la plastica compostabile

È arrivato il momento di capire che cos’è la plastica compostabile.
Si tratta di un materiale di composizione naturale a base di elementi biologici, come per esempio il mais.

Esso ricorda, per uso e per aspetto, la plastica normale, ma non ne contiene assolutamente.
La plastica compostabile è strutturata, interamente o in parte, da biomassa organica, anziché da molecole derivate dal petrolio come quella tradizionale.
Questo materiale è in grado di decomporsi per il 90% quando inserito in un sistema di compost.

Attenzione, però!
Bisogna tenere presente che questo materiale:

•    si decompone del tutto solo in condizioni raggiungibili in impianti di compostaggio industriali;
•    non sempre può essere utilizzato nei sistemi di compostaggio domestico.

Siccome la plastica compostabile è stata progettata per raggiungere il massimo dei risultati solo nei sistemi industriali, sicuramente non impiega lo stesso tempo a degradarsi se inserita nel tuo orto.

Di fatto, quindi, se non correttamente smaltita può ostacolare la produzione di fertilizzante naturale.
Proprio per segnalare questa caratteristica della plastica compostabile è intervenuta recentemente Greenpeace, esortandoci a porre maggior attenzione nel conferimento dei rifiuti organici.
Molto spesso, infatti, queste plastiche vengono smaltite erroneamente in discarica o negli inceneritori.

Spetta anche a noi cittadini, che vogliamo difendere l’ambiente, capire come comportarci in base alla composizione del sacchetto compostabile che stiamo usando.
In natura, infatti, tutto si degrada. Quello che cambia sono solo i tempi che impiegano i vari materiali a trasformarsi del tutto.

Compostabile e biodegradabile: cosa c’è da sapere

Oggigiorno esiste sul mercato una varietà di prodotti biologici talmente vasta che si rischia di confonderci. Vediamo quindi cosa c’è da sapere su compostabile e biodegradabile.

Il termine compostabile si riferisce a tutti quei prodotti che, una volta usati, possono essere conferiti assieme ai rifiuti organici. Sono compostabili anche i materiali che hanno la possibilità di essere recuperati negli appositi impianti di compostaggio.

In questi impianti, tramite specifiche procedure, i nostri rifiuti organici e tutti i prodotti compostabili vengono trasformati in un materiale organico ecosostenibile che viene successivamente immesso nel mercato come fertilizzante, il compost.

Si parla di materiale biodegradabile, invece, quando ci si riferisce a un prodotto che ha la capacità di decomporsi in molecole più piccole tramite l’azione di microrganismi, così da poter essere assorbito completamente dal terreno.

Il processo di biodegradazione fa parte del ciclo naturale della vita.

Affinché, però, questo processo sia efficace, è necessario:

•    individuare l’ambiente ideale;
•    identificare la natura chimica della sostanza;
•    massimizzare la durata del procedimento.

Proprio in relazione al terzo punto entra in ballo la compostabilità.

C’è da sapere, inoltre, che una sostanza compostabile è soggetta a un processo più facilmente controllabile rispetto a una materia biodegradabile.

La biodegradazione, infatti è un percorso lento realizzato in natura, mentre il compostaggio prevede un procedimento più veloce e realizzato dall’uomo.

Come capire se un prodotto è compostabile

Come capire se un prodotto sia compostabile è molto semplice.
Basta accertarsi che vi sia impresso il Marchio di conformità “OK COMPOST – Vincotte”.

Se nello shopper che abbiamo in mano troviamo questa dicitura, possiamo essere certi che è conforme alla normativa europea sulla biodegradabilità e compostabilità. Siamo quindi sicuri di aver fatto la scelta giusta in ottemperanza ad un comportamento effettivamente e responsabilmente green.

Meglio fare attenzione, però, che sulla busta ci sia anche il numero di licenza del produttore. Si tratta di una S seguita da tre cifre, che permette la tracciabilità del prodotto. Essa deve essere ben visibile in modo da facilitare la lettura e metterci nella possibilità di capire da dove proviene il sacchetto o il prodotto che stiamo usando.

Per chiarire ancora di più le idee e non correre il rischio di incappare in errore, vediamo più nello specifico quali sono i loghi che si possono trovare sugli shopper compostabili.

Tra i più comuni troviamo:

•    Compostabile CIC, emesso dal Consorzio Italiano dei compostatori;
•    Ok Compost rilasciato da TÜV Austria;
•    DIN-Geprüft fornito da DIN CERTCO.

La presenza di questi simboli tutela sia il consumatore che il commerciante in quanto è garanzia che i sacchetti siano conformi agli standard UE

Dove buttare il compostabile

Per stabilire dove buttare il compostabile bisogna partire dalla considerazione che l’uso dei prodotti compostabili permette una più efficace raccolta dei rifiuti differenziati, garantendo una maggior salvaguardia dell’ambiente che ci circonda e comportamenti effettivamente ecosostenibili.

Ricordiamoci, infatti, che la raccolta differenziata ci permette di:
•    diminuire gli scarti;
•    incentivare la separazione dell’umido;
•    aumentare la quantità dei prodotti di scarto organici intercettabili.

Se ti poni il problema di dove buttare il compostabile, quindi, considera che i sacchetti compostabili si comportano, nel campo della raccolta differenziata della spazzatura, proprio come se fossero essi stessi un frutto della scarto dell’umido.

Significa che, se adoperi shopper compostabili per raccogliere gli scarti di cucina, contenitore e contenuto hanno le stesse caratteristiche di biodegradazione.
Una volta smaltiti, infatti, entrambi si trasformano in compost, cioè in fertilizzante naturale.

In pratica i prodotti compostabili con il tempo diventano una sorta di terriccio molto fertile proprio grazie alla varietà delle sostanze che lo compongono e che, quindi, può essere utilizzato in agricoltura ottenendo risultati eccellenti.
Ciò permette la chiusura di un ciclo ambientale corretto ed ecosostenibile.

Tutti i prodotti che hanno il marchio UNI EN 13432, quindi, che li qualifica come materiale compostabile, devono essere buttati nei rifiuti da cucina, cioè nell’umido o nell’organico.

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